Bloccata la compravendita delle frequenze di ‪#‎RadioPadania‬) «I grillini non fanno nulla».

fico_nutiÈ questa la balla che ci propinano a televisioni ed edicole unificate. Eppure ci sono storie ed esperienze (reali) che raccontano un’altra verità.

Ascoltate questa.
Ce la raccontano Roberto Fico e Riccardo Nuti.
Vi renderete conto, ancora una volta, di quanto sia importante il ruolo di PRIMA e VERA ‪#‎opposizione‬ che il Movimento 5 Stelle sta svolgendo. Un’interrogazione del M5S interrompe almeno 10 anni di abusi (e, a mio avviso, una possibile truffa ai danni dello Stato) perpetrati da Radio Padania.

Sì, proprio loro, quelli di “Roma ladrona”. Quelli che dovevano spostare i soldi dalla capitale “al Nord”, ma che sbadatamente li han persi in ‪#‎Tanzania‬.

Gli allievi che superano il maestro.

Radio Padania è, insieme a Radio Maria, una delle due radio “comunitarie” nazionali: sono quelle che secondo la legge Mammì (n.223/1990) dovrebbero offrire un servizio di radiodiffusione di natura culturale, etnica, politica e religiosa, «SENZA SCOPO DI LUCRO».

Nel 2001 la ‪#‎LegaNord‬ vince le elezioni a braccetto con ‪#‎Berlusconi‬. Nella prima legge finanziaria della legislatura, gli statisti folgorati sulla via di Arcore infilano un emendamento miracoloso: in deroga alle norme vigenti, le radio comunitarie nazionali potranno OCCUPARE (GRATIS) LE FREQUENZE necessarie a completare la loro copertura in tutta Italia.
E chi firma l’emendamento? Il leghista Davide Caparini, casualmente anche fondatore di Radio Padania, nonché amministratore delegato temporaneo di Editoriale Lega Nord, che controlla il quotidiano “La Padania” e la radio e tv della Lega.
“Che scandalo!”, penserà qualcuno.
Magari fosse solo questo, perché non è finita qui.

Non contenti di abusare gratuitamente di un bene pubblico (l’etere) per il quale tutte le radio pagano profumatamente e con enormi difficoltà, Radio Padania è andata oltre, arrivando a RIVENDERE LE FREQUENZE ad altre emittenti, alcune fra le maggiori radio italiane, incassando milioni di euro. Oltre a Radio Cuore, Radio Montecarlo, Radio Italia, Radio Dimensione Suono spuntano anche le sigle di Radio 101 (di Mondadori, cioè di Berlusconi) e RTL 102.5, della quale è amministratore unico Lorenzo Suraci, socio di Radio Padania con Eurodab Italia.

Risultato: con 700-800 frequenze acquisite in tutta Italia, sud e isole comprese, poi rivendute, fra il 2006 e il 2008 il fatturato di Radio Padania è cresciuto da 100 mila euro a 2 milioni di euro.

Il meccanismo era ben oliato: Radio Padania occupava una frequenza libera e trasmetteva per il tempo utile (da 45 giorni a sei mesi) ad incassare dal governo l’autorizzazione a trasmettere grazie al silenzio assenso; poi fermava le trasmissioni e vendeva ad altri le frequenze.

Ora, in seguito alla nostra interrogazione, il Ministero dello Sviluppo Economico (‪#‎Mise‬) ha bloccato il giochino: grazie ad un parere dell’Avvocatura dello Stato, nel maggio 2014 il Mise ha emanato una circolare conferendo agli ispettorati regionali il potere di spegnere gli impianti acquisiti con il “‪#‎MetodoPadano‬”. E il 7 agosto è arrivata la diffida a Radio Padania e Radio Maria, costrette a cedere o permutare nuovi impianti occupati.

Peccato che da 10 anni Radio Padania abbia agito in regime di concorrenza sleale, danneggiando tante radio private che non potevano usufruire degli stessi benefici.

Non ci siamo fermati qui e abbiamo attivato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Libero Mercato (‪#‎Antitrust‬) che ha aperto una pre-istruttoria.

Se libera concorrenza deve essere, che sia davvero libera. Senza emittenti radiofoniche di partito che drenano agevolazioni e benefici per ingrassare le casse dei partiti stessi. VITO CRIMI (M5S)