Appalti e corruzione, arrestato assessore comunale di Venezia. Indagato anche il sindaco

Terremoto all’alba di oggi, martedì 16 luglio, nella giunta di Venezia, l’assessore alla Mobilità R. B. è stato arrestato e condotto in carcere. Cinquantacinque anni, di Favaro Veneto, è al centro di un’inchiesta della Procura che pare legata alla sua attività di consulenza finanziaria. Una nota della guardia di finanza, che opera sul campo, fa riferimento a «ipotesi di reati perpetrati ai danni della pubblica amministrazione»: leggi appalti e corruzione. Un avviso di garanzia anche per il sindaco di Venezia L. B.. «A sua tutela, perché stiamo accertando eventuali ipotesi di reato sull’area dei Pili e altre attività del blind trust», ha spiegato il capo della procura di Venezia, Bruno Cherchi.

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L’indagine: Sono state fatte perquisizioni in Comune a Venezia ma anche nella sede del gruppo della mobilità lagunare Avm/Actv. È stata, inoltre, perquisita la casa dell’assessore Boraso. La Finanza ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere e sette per arresti domiciliari. Oltre a Boraso, in carcere è finito un imprenditore edile, Fabrizio Ormenese; ai domiciliari figurano funzionari comunali e di partecipate pubbliche, tra cui, come detto, l’azienda dei trasporti comunale Actv. Per altri sei indagati è stata disposta l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici. In tutto gli indagati sono 18: la lista include il direttore generale dell’Actv, Giovanni Seno, e il responsabile del settore appalti del Comune, Fabio Cacco.

Tutti gli indagati e le misure cautelari
Ecco l’elenco completo degli indagati, con le misure cautelari disposte dal giudice. Per R. B., assessore al Comune di Venezia, come detto, c’è l’arresto in carcere; identica misura per F. O., imprenditore edile. Arresti ma domiciliari sono stati decisi nei confronti di A. B., direttore generale della municipalizzata IVE La Immobiliare veneziana; D. B., imprenditore; C. e F. G., imprenditori; M. R., imprenditore; F. S., imprenditore; M. V., altro imprenditore, chiude la lista degli arrestati a domicilio. Per G. C., S. C., H. C., S. e S. P. e per F. P., tutti imprenditori, è stata disposta l’interdizione all’esercizio di attività imprenditoriali per 12 mesi.

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R. B. Ex presidente del consiglio comunale (di opposizione) durante l’ultima giunta di Massimo Cacciari, B. – prima di Forza Italia, quindi candidato civico, poi entrato nella lista fucsia dell’attuale primo cittadino, Luigi Brugnaro – è da almeno due decenni amministratore locale, impegnato nel centrodestra cittadino. Eletto prima tra le fila della minoranza e ora al secondo mandato come assessore di Brugnaro.
Brugnaro: «Mai tradito l’interesse pubblico»

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«Sono esterrefatto!», commenta in una nota Brugnaro. «In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici». Il sindaco è poi entrato nel merito delle verifiche sul «blind trust», il fondo «cieco» che ha costituito nel 2017 per separarsi formalmente dall’amministrazione delle proprie aziende durante l’incarico pubblico e mettere a tacere le accuse di conflitti di interesse più volte sollevate dall’opposizione. «L’ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare dei vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata, come ho già avuto modo di spiegare dettagliatamente e pubblicamente più volte. Quella, come noto, è un’area già edificabile da prima della mia amministrazione e mai ho pensato, né messo in atto, alcuna azione amministrativa per un cambiamento delle cubature. Stessa cosa riguardo la vendita di Palazzo Papadopoli, che mi risulta alienato secondo una procedura trasparente dal punto di vista amministrativo. Ovviamente, sono e resto a disposizione della magistratura per chiarire tutte queste questioni». – [FONTE]