Von der Leyen rieletta alla Commissione Ue con 401 voti, Meloni sempre più isolata, non sa che pesci prendere, in tilt partito e governo, poi il No.

19/07/2024 – Un risultato che va ben oltre le più ottimistiche previsioni. Ursula von der Leyen è stata rieletta presidente della Commissione Ue con un’ampia maggioranza di ben 401 voti a favore, 285 i contrari, 15 gli astenuti e 7 le schede bianche. Alla presidente uscente gliene sarebbero bastati 360, ma grazie al fitto lavoro diplomatico di questa settimana l’esponente del Ppe, già sostenuta da Socialisti e Liberali, è riuscita a strappare l’appoggio dei Verdi Europei (che hanno ricevuto rassicurazioni sul green deal) e persino di alcuni partiti di Ecr, il gruppo guidato dalla premier Giorgia Meloni. Non sono mancati i franchi tiratori: sulla carta 401 era proprio la somma degli eurodeputati dei tre principali partirti della coalizione, ma a questi, sulla carta, si dovevano aggiungere i 53 seggi dei green e altri gruppi minori. Va detto che in Europa il fenomeno dei voti che si spostano nel segreto dell’urna è molto frequente, ma poi il consenso si assesta quando lo scrutinio è palese.

Il lungo silenzio di Giorgia Meloni prima del “no” a Ursula
Ed è stata proprio la presidente del Consiglio ad animare le polemiche di queste ore: da Oxford, dove sta presenziando al vertice della comunità politica europea, Meloni non ha fatto sapere come avrebbero votato i suoi eurodeputati e solo durante lo scrutinio fonti di Ecr hanno fatto sapere che gli eletti di Fdi avrebbero votato contro. Una posizione che conferma l’isolamento della premier italiana, che ora dovrà contrattare in Europa da una posizione sfavorevole. A confermare il voto contrario della delegazione di Fdi, il co-presidente del gruppo di Ecr, Nicola Procaccini: “Votare a favore di Ursula von der Leyen avrebbe significato andare contro alcuni dei nostri principi”, ha detto ai cronisti aggiungendo: “I maggiori sconfitti delle europee, i verdi, o i socialisti come Timmermans e i liberal del partito di Macron, sono coloro che hanno preso in mano il destino di Ursula von der Leyen e Ursula von der Leyen si è consegnata a loro. Noi avremmo preferito una scelta diversa, la rispettiamo, e nei giorni che verranno lavoreremo nei contenuti con il nostro modo di fare serio e responsabile ma fermo”.

Il discorso di Von der Leyen
“Non accetterò mai che i demagoghi e gli estremisti possano distruggere il nostro modo di vivere. Sono qui oggi, pronta a condurre questa battaglia a nome di tutte le forze democratiche di questo Parlamento”. È stato uno dei passaggi chiave del discorso con cui Ursula von der Leyen si è presentata stamane al Parlamento Europeo per chiedere la riconferma e iniziare il suo secondo mandato.

Momenti di Tensione. Non sono mancati neanche momenti di alta tensione, a tal punto che la Presidente del Parlamento Metsola ha spento il microfono di un’eurodeputata. Ci ha pensato di nuovo Christine Anderson, deputata tedesca di Alternative für Deutschland, a riaccendere la miccia contro Ursula vonderLeyen, neo-eletta Presidente della Commissione europea per il secondo mandato. Prima del voto dei parlamentari si ascoltano i discorsi. Viene prima quello della candidata a Presidente. Von der Leyen parla di fermare gli “estremismi che minacciano la democrazia in Occidente“, di temi ambientali e relativi progetti green. O ancora, di guerra, dicendo di voler sostenere l’Ucraina “finché sarà necessario”. Poi arriva il turno dei deputati che vogliono prendere parola. La Anderson non è solita tirarsi indietro.

Gli altri voti contrari
Hanno votato contro anche gli altri due gruppi di destra radicale, Patrioti per l’Europa (tra cui la Lega) ed Europa delle nazioni sovrane, annunciando le proprie intenzioni già nel dibattito successivo al discorso della presidente.

In particolare, l’eurodeputata polacca Ewa Zajączkowska-Hernik, del partito di destra radicale Konfederacja ha attaccato a muso duro la presidente per il Patto migrazioni e asilo, la riforma della politica migratoria europea che a suo giudizio rende von der Leyen responsabile di “ogni stupro commesso in Europa dalle persone migranti”.


Si è opposto alla rielezione pure il gruppo della Sinistra, che include gli eurodeputati Ilaria Salis e Mimmo Lucano, oltre alla delegazione del Movimento Cinque Stelle.

“Il discorso di von der Leyen è stato un libro dei sogni, privo di contenuti. Ha proposto il commissario per la Difesa, noi siamo contro all’invio delle armi. Abbiamo sentito parlare invece che di transizione ecologica, di transizione militare, questo per noi è inaccettabile”, ha spiegato a Euronews il capodelegazione del M5S Pasquale Tridico.

Contrari anche gli eurodeputati di Alleanza Libera per L’europa, formazione che al Parlamento europeo fa squadra con i Verdi e rappresenta le minoranze linguistiche europee. E pure l’eurodeputato indipendente cipriota Fidias Panayiotou.

Infine critico contro Von der Leyen il discorso di Aubry (Sinistra): “Prende più di 30mila euro ma non parla mai di povertà”, ed è incredibile che una persona processata e condannata possa avere un mandato bis per ricoprire un ruolo che incide così pesantemente sulla vita di tutti gli europei. Video: