Superbonus, prima class action contro il governo: 250 imprese edili chiedono i danni in tribunale

13/08/2024 – Oltre 250 imprese edilizie hanno deciso di citare in causa la Presidenza del consiglio chiedendo un risarcimento danni per via della questione legata ai “crediti incagliati” del Superbonus, la misura introdotta dal Governo Conte II e finalizzata al miglioramento dell’efficienza energetica e l’ammodernamento del patrimonio immobiliare italiano. A promuovere la prima class action contro lo Stato in materia di Superbonus è la Cande (Class Action Nazionale dell’Edilizia) ed è nata dopo che una delle imprese associate è finita in causa in seguito al blocco dei crediti. L’udienza è stata fissata al prossimo 4 novembre presso il tribunale di Vicenza.

Che succede coi crediti incagliati: “Blocco favorisce usura e riciclaggio”
“Con il blocco dei crediti il governo sta favorendo usura e riciclaggio”, la denuncia di Confedercontribuenti che chiede: “La premier Gorgia Meloni ci convochi a un tavolo tecnico per discutere l’impasse sui crediti del Superbonus e convochi un Consiglio dei Ministri per imporre alle banche di riprendere l’acquisto, creando delle condizioni che consentano agli istituti di credito di anticipare le liquidità necessarie”, afferma Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti. ‘

‘Le imprese che hanno ancora questi crediti – spiega Finocchiaro – devono rinunciare al 30-35% degli importi. Sono infatti costrette a rivolgersi a faccendieri senza scrupoli, nella maggior parte dei casi devono coinvolgere 4 o 5 intermediari differenti, ognuno dei quali pretende la propria provvigione. Alla fine i crediti vengono acquistati da finanziarie poco trasparenti. Inutile dire che con le sue decisioni il governo sta favorendo un mercato usuraio e probabilmente anche il riciclaggio di denaro sporco”.

”Se delle imprese edili hanno commesso delle truffe – prosegue il presidente di Confedercontribuenti – vanno perseguite e condannate, ma non si può massacrare un intero settore. Se si è creato un problema di bilancio, non può essere scaricato sulle imprese. Il ministro Giorgetti dovrebbe smetterla di fare il ragioniere e trovare una soluzione, come il suo ruolo gli impone”.
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