CPR in Albania, 70mila metri quadrati di nulla: “Questa è un’altra Guantanamo”

22/08/2024 – Accatastati sul terreno, decine di infissi nuovi di zecca. Porte, finestre, pareti divisorie, tutto ancora imballato. La montagna che sovrasta l’area sta andando a fuoco e siamo immersi nel fumo. «C’era un incendio che però è stato domato, merito di due nostri canadair», rassicura l’Ambasciatore Bucci. Prima di entrare, il responsabile della sicurezza ci ferma per illustrare le regole da seguire. «Il cantiere è ancora attivo», spiega. Superato il pesante cancello, e accompagnati da alcune delle centinaia di agenti dell’unità interforze impiegata sul posto (Polizia di Stato, carabinieri, Guardia di finanza e Polizia penitenziaria), seguiamo un sentiero, l’unico minimamente asfaltato, e superiamo ruspe, mezzi pesanti e prefabbricati smontati.

La prima delle tre zone attese a Gjader è quella che ospiterà i richiedenti asilo a cui viene applicata la procedura accelerata di frontiera. La prefettura di Roma (da remoto) avrà 28 giorni per valutare le domande. Riusciamo a vedere le stanze che ospiteranno i migranti: 15 metri quadrati per 4 persone. L’interno è spoglio e l’elettricità non ancora collegata. Nell’area docce ci sono indicazioni tradotte in italiano, inglese e francese. Poco distante, il centro per il rimpatrio e infine un mini-penitenziario dipinto di blu con porte e finestre blindate.

La capacità di entrambi i centri avrebbe dovuto essere di 3.000 migranti al mese, ma da quello che apprendiamo qui sarà di 1.000 persone. I migranti che otterranno l’asilo saranno trasportati in Italia tramite dei traghetti. Per il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il progetto è «un innovativo modello di gestione dei flussi migratori illegali». Quindici dei 27 Stati membri dell’Unione avrebbero già chiesto all’Italia di condividere i dettagli. Un portavoce della Commissione europea comunica che l’Unione sta «monitorando» il piano italiano: «È importante che sia pienamente rispettato il diritto dell’Ue e quello internazionale». Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie del Pd, definisce il protocollo «un atto osceno sul piano civile e sociale». Per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, si sta costruendo una «Guantanamo italiana che non rispetta i diritti umani e le leggi internazionali». Riuscirà Meloni nella sua impresa?  – [CONTINUA SU FONTE]

Le bugie di Meloni sui Cpr in Albania, viaggio nei cantieri dei centri per deportare i migranti
Il nostro viaggio in Albania, a Gjader e Shengjin, dove sorgeranno le strutture previste dall’accordo tra il governo di Giorgia Meloni e quello di Edi Rama. Mentre si allungano i tempi della realizzazione, dapprima prevista a maggio e adesso rinviata ad agosto, si moltiplicano i dubbi sugli appalti e sui subappalti per realizzare le strutture, con il rischio dell’infiltrazione dei clan albanesi. Le persone del posto sono contrarie al progetto che prevede di deportare i migranti che sbarcano in Italia sulle loro coste. Mentre gli attivisti denunciano che la doppia giurisdizione italiana e albanese finirà per limitare ulteriormente i diritti degli immigrati. Le immagini inedite dall’alto – Video di Giovanni Tizian e Marika Ikonomu. Immagini dal drone di Kristi Çavo